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Francesco Procopio nasce in Calabria nel febbraio del 1977, Dottore in Giurisprudenza e Maestro delle danze caraibiche e argentine.

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Conosciamo meglio l'autore e la sua opera tramite un'intervista...

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Domanda: La prima domanda riguarda la sua istruzione in campo legale, dove ha studiato?

 

Risposta: Ho conseguito la prima laurea in scienze giuridiche presso l'università Magna Graecia di Catanzaro, e proseguito gli studi  all'università Niccolò Cusano di Roma con la Laurea Magistrale in Giurisprudenza ed un master di 2° livello in Euro progettazione, attualmente in corso.

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Nel campo delle danze dove si è formato?

 

La mia formazione nelle danze è iniziata allo IALS di Roma, dove ho potuto confrontarmi con professionisti del settore in campo internazionale e spaziare tra le numerose discipline. Nelle danze di coppia ho proseguito in Calabria con ottimi insegnanti per mia fortuna, per poi diplomarmi in danze caraibiche e tango argentino. Diciamo che la mia vita è stata sempre divisa tra la legge e la danza, cercando di conciliare le due passioni non sempre con ottimi risultati, ma l'impegno ed il sacrificio premiano sempre.

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​Come è arrivato a scrivere due libri sull'uomo vitruviano di Leonardo?

 

​Ho più studiato le danze che ballato, durante i corsi delle danze di coppia ho scritto l'intera didattica di danza cubana e parte di quella di tango argentino anche se non le ho pubblicate, mi ha sempre affascinato il moto del corpo, e credo che questo sia il principale motivo che ha portato la mia curiosità verso il disegno, anche se è stato casuale. L'idea iniziale era scrivere un piccolo manuale sull'uso pratico del tempo musicale applicato al nostro spazio naturale di moto, ed ero riuscito a calcolare le misure precise del nostro spazio basate sulla misura dell'altezza del corpo, diverse per ognuno di noi. Volevo utilizzare un disegno vettoriale dell'uomo vitruviano, per dimostrare che il nostro corpo si muove nello spazio come un compasso e ricercando sul web il disegno, ho scoperto le annotazioni scritte da Leonardo nella parte superiore ed inferiore del disegno. Leggendole mi sono accorto che mi aveva decisamente non solo preceduto, ma il suo studio sul moto a differenza del mio era completo e molto più dettagliato, il resto poi è stata una conseguenza. Ho approfondito la mie conoscenze documentandomi su vari studi fatti sul disegno acquistando diversi libri sull'argomento, per poi interpretarlo e scrivere i due volumi.

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Lei parla di due regole precise sul moto del corpo ricavate dal disegno?

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Esattamente, le definisco regole perché il nostro corpo nel moto segue precisi schemi correlati tutti in una logica naturale. La prima l'ho ricavata dal corpo disegnato da Leonardo, in particolare dalla posizione assunta che sembra innaturale ma non lo è affatto, basta assumere le due posizioni descritte ampliamente nel primo volume per capire il funzionamento della prima regola, mentre nel secondo volume è spiegato tutto il resto del disegno. L'interpretazione che ho fornito riguarda l'intero disegno comprese le annotazioni, è correlata da numerosi indizi tutti precisi, concordanti e basati su una logica naturale di moto. Le due regole sono praticabili nella realtà e decisamente molto importanti, per non dire fondamentali,  ci fanno capire come c'è molto di più in quello che noi percepiamo più che in quello che vediamo. La maggior parte degli esercizi che compiamo giornalmente, non dico che sono inesatti ma sicuramente fuori asse e completamente sproporzionati.

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Ci sarà modo di approfondire l'uso delle due regole?

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Certo, io sono disponibile per qualsiasi confronto.

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